Mediterranean Garden Society
Associazione Giardino Mediterraneo

Scegliere La Natura: perché favorire le specie native in giardino

La foto in alto di questa pagina mostra una Euphorbia cyparissia, autoctone della regione mediterranea (Foto Jorun Tharaldsen

“Alcuni giardini descritti come rifugi sono invece delle vere trappole.”
Ian Hamilton Finlay, architetto del paesaggio scozzese

Noi giardinieri possiamo dare un contributo importante all’ambiente naturale attraverso la progettazione e la tecnica del giardinaggio e, di conseguenza, alla salute della fauna selvatica locale. Comunque, resta da chiederci - va bene piantare tutto quello che vogliamo?

In Europa su 148 specie di uccelli comuni, 57 specie (cioè il 39%) in 25 paesi sono diminuite (nota a fondo pagina 1) . La popolazione totale di uccelli in tutta Europa, secondo un recente studio (nota a fondo pagina 2), è diminuita di oltre 420 milioni di uccelli nel corso degli ultimi 30 anni. Nella stragrande maggioranza dei casi, la causa è la perdita di habitat o, semplicemente, la fame.

Anche molte specie di farfalle sono in fase di diminuzione e lo sono anche i pipistrelli: circa il 25% delle specie di pipistrelli nel mondo è minacciato di estinzione (nota a fondo pagina 3). In Gran Bretagna, ad esempio, il numero di pipistrelli è sceso del 70% tra il 1978 e il 1993 (nota a fondo pagina 4).

L'aumento dell'urbanizzazione e l'intensificazione agricola sono fattori importanti in questo vasto declino. I giardinieri possono fare ben poco per ovviare a questa situazione, ma noi nei nostri giardini invece possiamo prendere le decisioni giuste, capaci di proteggere gli uccelli nativi, gli animali, gli insetti e i rettili.

Questa, quindi, è una chiamata alle armi! Rendere i nostri giardini un rifugio da condividere generosamente con la fauna locale: includere il maggior numero possibile di piante autoctone significa permettere alla fauna selvatica di eliminare, mangiando, i fiori di campo e i "parassiti" che altrimenti richiederebbero l’uso di erbicidi e pesticidi. In realtà, un giardino "privo di organismi nocivi" si riduce ad un deserto senza cibo per uccelli, insetti e animali.

Le piante autoctone sono importanti e necessarie perché aumentano la biodiversità locale. Secondo Doug Tallamy (nota a fondo pagina 5), "se si progetta un giardino con piante non-native si rischia di danneggiare la catena alimentare" e "ogni volta che inseriamo nell’ambiente una pianta non-autoctona, riduciamo la popolazione di insetti locali e quindi priviamo gli uccelli e altri animali selvatici del cibo di cui hanno bisogno per sopravvivere e riprodursi. "

Gli scienziati stanno scoprendo che l'abbondanza di flora non-nativa (cioè esotica) presente nei paesaggi urbani, crea problemi complessi agli uccelli. In fatti se questi ultimi devono percorrere lunghe distanze per procurarsi il cibo e il materiale necessario alla nidificazione, sprecano molto energia, con un impatto negativo sul successo riproduttivo. Un interessante studio condotto nell’Orto Botanico di Cambridge University nel Regno Unito ha scoperto che le femmine di cinciallegra, presenti in parchi con maggioranza di piante esotiche, hanno speso il 64% in più di energia per pulcino, rispetto alle cinciallegre abitanti in boschi nativi. Gli autori hanno scoperto che le piante esotiche in genere ospitano poche prede artropodi (come i bruchi arborei) favorite dagli uccelli nativi. Le specie di uccelli più a rischio di urbanizzazione sono i piccoli insettivori come le cinciarelle.

Gli insetti hanno trascorso milioni di anni accanto ai loro ospiti nativi e in molti casi non sono in grado di colonizzare una nuova specie introdotta. Infatti le larve di molte farfalle sono ospitate in piante specifiche, e in alcuni casi solo in una singola specie di pianta. Nel passato, c’era la moda di scegliere piante esotiche perché erano "prive di insetti infestanti", ma sono le piante native che forniscono più cibo in termini di insetti e polline, e combattono gli infestanti, gli insetti stranieri e le malattie che questi portano.

Nel Regno Unito il passero, che una volta era molto comune, è diminuito del 68% dal 1977 ed è quasi scomparso dal centro di Londra. Uno studio gestito dalla RSPB (Royal Society per la protezione degli uccelli) ha suggerito che il calo è stato in parte causato dell’aumento di piante ornamentali, non-autoctone come le leylandii. In ogni caso, la diminuzione di arbusti e alberi nei centri abitati comporta una progressiva mancanza di insetti necessari agli uccelli durante la stagione della riproduzione.

Anche se l'alimentazione supplementare con mangiatoie spesso non è in grado di fornire tutte le proteine naturali e le vitamine necessarie agli uccelli, è comunque consigliabile dove e quando possibile:

In Italia, si possono acquistare casette, mangiatoie e cibo per uccelli dal sito web di LIPU (Lega Italiana per la Protezione degli Uccelli) e il sito fornisce istruzioni dettagliate per l’uso. Molte altre organizzazioni specializzate nella conservazione degli uccelli, come la Cornell University, RSPB e Birdlife, propongono progetti di promozione del paesaggio “bird-friendly”.

Può essere difficile stabilire, in particolare in Europa e nel nostro caso in Italia centrale, se le piante siano davvero native. Noi cerchiamo di coltivare nel nostro giardino solo piante del bacino del Mediterraneo, anche se fra loro ci sono molte piante che non sono veramente specifiche della zona circonstante, ad esempio alcune specie di Phlomis che abbiamo piantato si trovano più comunemente sulla costa. Evitiamo le piante “da clima mediterraneo" provenienti dall’America e dall’Australia. Facciamo una eccezione, naturalmente, per le piante da cucina, come le erbe e gli alberi da frutto, ma le erbe che coltiviamo sono state coltivate in Italia da molti secoli. Tuttavia nel complesso stimiamo che oltre la metà delle piante nel nostro giardino siano native, e aggiungendo le altre piante del bacino del Mediterraneo, il numero aumenterebbe fino a 80/90%.

Abbiamo cominciato il nostro giardino cinque anni fa e è la fauna si è da allora moltiplicata: le piante da fiore hanno attirato una grande varietà di insetti e una moltitudine di api, alcune solitarie ma altre mellifere. Stiamo lentamente identificandole. Le varie salvie e lavande europee sono preferite dai colibrì Hawk-moth (Macroglossum stellatarum) e dalle api. Ogni tanto arriva anche la vespa mammut (Megascolia maculata flavifrons), la più grande in Europa: la femmina infatti può raggiungere 6 cm. Con le sue sorprendenti bande doppio giallo su un corpo prevalentemente nero, inizialmente ci ha causato allarme, ma abbiamo scoperto che usa il suo pungiglione solo per disabilitare le prede (che per fortuna, non siamo noi).

L'aumento nel numero di insetti è stato utile anche per le lucertole. Oltre alla lucertola comune (Podarcis muralis) ora abbiamo anche una famiglia di lucertole verdi (Lacerta viridis). Quest’ultime sono più grandi, fino a 40 cm, e di un verde brillante e con gola turchese.

Ramarro orientale, Lacerta viridis, in Croazia da Nikos Pavlidis

Ogni anno si aggiungono sempre più farfalle nel nostro giardino, in quanto trovano le piante idonee per ospitare le loro larve. Il finocchio selvatico e quello bronzeo (Foeniculum vulgare) ospitano la grande e bella Macaone (Papilio machaon). Dopo aver piantato caprifoglio etrusco (Lonicera etrusca) abbiamo visto arrivare la Limenitis reducta. La splendida Occhio di Pavone (Inachis io) è un motivo valido per lasciare zone di ortica (Urtica dioica) lungo le rive e in fondo al giardino. Una nota meno positiva: qualche tempo fa abbiamo identificato un bronzo del geranio (Cacyreus marshalli) nel nostro giardino anche se non abbiamo piantato nessun pelargonio. Questi insetti, infatti, sono stati introdotti in Europa dal Sud Africa con la diffusione di queste piante.

Le api e le vespe forniscono cibo per gli splendidi gruccioni europei (Merops apiaster) che nidificano nei banchi di sabbia oltre la strada del nostro giardino.

Gruccione europeo, Merops apiaster,  con apiin becco, da Raúl Baena (Wikipedia)

Le locali querce decidue nel nostro giardino e sulle colline circostanti offrono opportunità di alimentazione e di nidificazione per cinciallegre (Parus major), cinciarelle (Parus caeruleus) e gli affascinati e socievolissimi codibùgnoli (Aegithalos caudatus).


Codibùgnoli, Aegithalos caudatus da Gardman Ltd.

Gli arbusti e le siepi vengono utilizzati dall’ usignolo comune (Luscinia megarhynchos), il cui canto ci allieta per tutta la primavera e l'inizio dell'estate cosi come quello simile ma meno complesso della capinera (Sylvia atricapilla e Sylvia melanocephala).


Capinera, Sylvia atricapilla, registrata da Paul Dinning

Abbiamo costruito due casette per i pipistrelli l’anno scorso: in realtà inizialmente ne avevamo costruito una sola per poi scoprire che le femmine e i nuovi nati si posano separatamente dai maschi, così abbiamo aggiunto una seconda casetta per evitare di creare disagi.

Mentre i gufi (Asio otus) sono più spesso sentiti che visti, abbiamo avuto la fortuna di scorgere un assiolo (Otus scops) nei rami di una quercia a caccia di lucertole.


Assiolo, Otus scops, registrato Ruud Foppen

Una sera siamo stati sorpresi da un gufo di palude (Asio flammeus), che è atterrato sul sedile di una vecchia bicicletta che stava in giardino.


Gufo di palude, Asio flammeus: maschio, femmina ed gufetti, registrati da Owl Voices

Stiamo perdendo una battaglia contro le arvicole che hanno mangiato le radici di molte delle nostre piante. Ci auguriamo che i gufi e il non-velenoso biacco (Hierophis viridiflavus), che utilizza il nostro capannone, potranno godere dell'abbondanza di cibo e ridurre sensibilmente il numero di questi roditori.

Penso che molti lettori di questo sito potrebbero non volere essere interrogati sulle caratteristiche del loro giardino, su quello che hanno piantato, se hanno riordinato “troppo", se hanno usato sostanze chimiche oppure ucciso insetti, rettili o animali. Alla fine, il proprio giardino è privato, e per molti può sembrare il loro ultimo rifugio. Secondo uno studio pubblicato nel giugno 2015 da Paul Ehrlich della Stanford University, anche utilizzando stime prudenti, sappiamo che "al di la di ogni dubbio significativo ... stiamo entrando nella sesta grande estinzione di massa" e l'introduzione di specie infestanti costituisce una delle attività umane più dannose per il pianeta.

L'ambiente è un enorme e complesso intreccio di forze interrelate, e quindi ci sono raramente risposte in bianco e nero. Ci saranno sempre ottimi motivi per includere specie non native nel vostro giardino, per esempio la conservazione di specie rare o minacciate, come fanno molti soci della MGS in modo lodevole. Comunque, di fronte una scelta di una pianta non-nativa perché bella, a bassa manutenzione o esente da parassiti, vi invito invece a riflettere e scegliere una pianta nativa. Per proteggere il nostro ambiente naturale, e per ricostruire dei corridoi di vegetazione nativa in paesaggi sia urbani che rurali, dovremmo tutti far si che le piante autoctone diventino la caratteristica fondamentale dei nostri giardini.

Melissa Hamilton

Melissa è una “birdwatcher” che crea giardini per gli uccelli (ed anche per farfalle, api, lucertole e pipistrelli …).  Ha un piccolo giardino mediterraneo in Umbria pieno di piante native e fauna selvatica.

Note a fondo pagina

  1. Pan-European Common Bird Monitoring Scheme (2012) Population trends of common European breeding birds 2012.
  2. "Common European birds are declining rapidly while less abundant species' numbers are rising".     Richard Inger, Richard Gregory, James P. Duffy, Iain Stott, Petr Voříšek and Kevin J. Gaston, Ecology Letters, Volume 18, Issue 1, pp 28–36, January 2015.
  3. IUCN Red List of Threatened Species 2015.
  4. "Habitat management for bats - A guide for land managers, land owners and their advisors".  A.C. Entwhistle, S. Harris, A.M. Hutson, P.A. Racey and A. Walsh (2001).
  5. "Bringing Nature Home: How You Can Sustain Wildlife with Native Plants". Doug Tallamy (Timber Press, 2009).

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